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L'ANNO 2017
(clicca qui per scaricare la cronaca in formato PDF) Cronache del 93° anno di vita |
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INDICE | ||||
Concerto a Melide ⇒ | De Marzi 2, il ritorno ⇒ | Coro della scuola media di Tesserete ⇒ | ||
Una sorpresa di mezza estate ⇒ | Concerto alla chiesa San Rocco, Lugano ⇒ | Concerto di Natale ⇒ | ||
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19 febbraio 2017, CONCERTO A MELIDE
(torna su ⇑) Il primo concerto del 2017 se l’è inventato Fabio Valsangiacomo, maestro del coro Val Genzana. È stata l’occasione perché i nostri due cori potessero ritrovarsi assieme e ricominciare il cammino di preparazione al nuovo evento De Marzi. A dire il vero c’eravamo ritrovati tutti assieme il lunedì precedente, nella capiente sala dell’oratorio di Tesserete, dove in religioso silenzio abbiamo ascoltato l’introduzione al Libro dei salmi di fra Michele Ravetta, del convento del Bigorio. Davvero un momento di rara profondità e di intensa spiritualità, che ha appassionato l’ottantina di corsiti presenti. Meglio di così non si poteva cominciare, è poi seguita la prima prova comune con l’esecuzione dei salmi trascritti da padre David Maria Turoldo e musicati dall’amico Bepi. L’obiettivo del concerto di Melide era però doppio: ritrovarsi assieme ma anche fare un’opera di bene, raccogliendo fondi per il progetto “Una dimora per ricominciare”. Questo l’articolo che ha lanciato l’avvenimento sui giornali: "Domenica 19 febbraio alle 16:30, nella chiesa parrocchiale di Melide, si terrà un concerto di beneficienza in favore delle popolazioni dell’Italia Centrale". Il terremoto che ha scosso questa regione e le recenti nevicate che hanno infierito su questa terra, hanno profondamente colpito anche noi, che abitiamo a poche centinaia di chilometri di distanza. Tanto che diversi pompieri ticinesi, attrezzati per intervenire, sono partiti per portare aiuto alle popolazioni locali. Finita l’emergenza è importante tenere alta la guardia aiutando chi, nonostante tutto, vuole continuare a vivere nella sua terra. Per questa ragione due formazioni corali luganesi, il Coro Val Genzana di Massagno e il Coro Santo Stefano di Tesserete, propongono, con il patrocinio del comune di Melide, un concerto con l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere il progetto “Una dimora per ricominciare”, ideato dalla diocesi di Rieti per realizzare dei moduli abitativi nel territorio di Amatrice. Si tratta di collocare delle abitazioni provvisorie affinché chi ha deciso di rimanere nel proprio paese o nelle sue frazioni, possa per qualche tempo vivere in un’abitazione decorosa. Il canto per aiutare chi è nel bisogno non è certamente una novità. Basti ricordare “Avrai”, il concerto in mondovisione che Claudio Baglioni, un paio di mesi fa, ha proposto nell’Aula Nervi del Vaticano con l’intento di raccogliere fondi per la ricostruzione di Norcia. Massagnesi e Capriaschesi non hanno la pretesa di suscitare lo stesso interesse, ma faranno certamente del loro meglio. I due cori, diretti dai maestri Fabio Valsangiacomo e Paolo Sala, hanno cominciato a collaborare organizzando, nel 2013, una memorabile serie di concerti interpretando brani del compositore veneto Bepi De Marzi, che ha poi lui stesso presentato la manifestazione. In occasione del concerto di domenica a Melide, ogni coro proporrà brani di varie tradizioni musicali: dal gospel ai canti di montagna, dal canto africano alla tradizione popolare ticinese e altro ancora. La serata terminerà con tre brani d’assieme per i quali sono state nuovamente scelte musiche di De Marzi, anche perché i due cori saranno presto coinvolti in un nuovo progetto che vedrà il ritorno di Bepi in Ticino. Ma questa è musica del futuro e presto ne riparleremo. L’attualità ci richiama invece all’appuntamento di domenica a Melide, dove si canterà per aiutare a costruire. L’ingresso è libero, al termine verranno raccolte le offerte che permetteranno di concretizzare il progetto “Una dimora per ricominciare”. E il lancio deve aver ottenuto i suoi effetti, perché la chiesa di Melide era piena e alla fine la raccolta delle offerte ha raggiunto la bella cifra di 4'000.- franchi! Per quanto riguarda la nostra esibizione, metto lì qualche spunto.
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13-14 maggio: DE MARZI 2, IL RITORNO. IMPRESSIONI AL CONTRARIO
(torna su ⇑) E quindi comincio… dalla fine (chi vuole invece seguire l’ordine cronologico, cominci lui a leggere dalla fine di questo articolo). Domenica sera 14 maggio Chiostro del Collegio Papio di Ascona. La stanchezza non ha ancora preso il sopravvento, c’è ancora il tempo per gustarsi la piacevole sensazione che tutto ha funzionato per il meglio. Mentre sto caricando sulla macchina i praticabili, mi scorrono nella mente alcune immagini di questa nuova avventura con Bepi. L’ultima non è solo la più fresca, ma forse anche la più pregnante: c’è una chiesa affrescata ed antica che parla di fede e di storia, c’è un’ottima acustica, c’è il nostro canto all’unisono che sale corposo (siamo un’ottantina di elementi) a farci godere questa musica che è preghiera, riflessione, lode a Dio. A pensarci bene forse sta proprio qui il valore di questa nuova esperienza con Bepi: abbiamo cantato per la gente ma abbiamo cantato soprattutto per noi. E allora poco importa se la chiesa non è piena, se ci sono solo un centinaio di persone ad ascoltarci. Preparare e cantare i salmi è stata un’esperienza che ci ha dato degli spunti di riflessione, che ci ha insegnato qualcosa, che ci ha avvicinati a Dio. Sabato sera 13 maggio Chiesa di Sant’Antonio a Lugano. La chiesa è piena, qualcuno in fondo sta anche in piedi. La fama di Bepi come sempre ha richiamato molta gente. Cantare in 80 e all’unisono è facile. Non dico per i maestri, ma per noi coristi. Non c’è il timore di sbagliare gli attacchi e neanche quello di partire per la tangente cantando la parte dei tenori. Ti senti contenuto, quasi portato di peso da quelli che ti stanno attorno. E se qualche parola non esce tanto pulita… poco male, il tuo errore si perde nella massa ed è facile correggersi e ritrovare la buona strada. Bello sentire Bepi che introduce i salmi: ti aiuta a capire quello che dici, e il canto diventa così preghiera. Bello sentirlo suonare l’organo. Sono musiche che ha scritto lui e allora fa più che suonare, dialoga con i tasti: li accarezza, poi li pigia a fondo e poi torna ad essere delicato. È tutt’uno con l’organo. Forse chiede un po’ troppo a sé stesso e a noi nel “Laudate Dominum”, quando quelle note messe lì a sostenere il canto ci sbilanciano un po’ tutti. Il programma è ben pensato: il filotto di tutti i salmi di Turoldo/Passoni/De Marzi, potrebbe risultare un po’ indigesto e allora giù altri salmi, per non uscire dal tema: Vivaldi, Benedetto Marcello e Mozart, intonati dal quartetto Sala/Valsangiacomo e accompagnati all’organo dal nostro ottimo Claudio. E poi, per finire in bellezza, il crescendo di “Lungo i fiumi laggiù in Babilonia” e il più conosciuto tra i salmi demarziani: “Il Signore è il mio pastore”, cantato assieme al pubblico. Non è stata una serata inutile. Sabato 13 maggio, in mattinana Faccio due passi in città con Bepi con il verde di maggio che accompagna i nostri passi. Scendiamo il lungolago e ci fermiamo al lido di Riva Caccia. Lì, nel tepore primaverile che riscalda l’aria, Bepi lascia correre i suoi pensieri e racconta della musica e della vita. Io ascolto e rilancio, conscio del privilegio che sto vivendo. Lunghi discorsi che mi fanno capire come spesso la genialità si accompagna alla fragilità, le certezze assolute con i dubbi. Con le parole del Bepi mi porto addosso il venticello che accompagnava i nostri discorsi che si specchiavano nel lago e nella luce di questa mattina, che rimbalzava sui monti che fanno da corona alla baia di Lugano. Venerdì sera 12 maggio In sant’Antonio a Lugano facciamo le prove generali. Bepi ci fa capire quello che vuole da noi, interviene ogni tanto ad accompagnare le parole dei maestri, studia l’ambiente. Sono momenti che abbiamo già vissuto 4 anni fa. Mi piace pensare che a un certo punto si sia accorto che il gruppo lo seguiva bene, che l’impasto era buono, le voci forti e così, a sorpresa generale, ci propone di cantare il verdiano “Va’ pensiero”. E questo perché è ispirato del salmo 137, lo stesso che cantiamo nel crescendo finale e che parla proprio del canto: “oppressori e infami aguzzini, ci chiedevan le nostre canzoni, … le canzoni di gioia chiedevan”. Cantiamo senza spartito, mugugnando delle parole, ma l’effetto è tale che a sorpresa decidiamo di inserire anche questo brano nel programma. Le settimane precedenti... Come sempre sono state piene di incognite. Arriverà? Non arriverà? A un certo punto sembrava che Bepi stesse facendo un passo indietro, c’era un matrimonio a Bormio, poi uno vicino a Vicenza. Qualcosa lo stava frenando. Spingi di qua, telefona di là, c’è stata di mezzo anche la radio, con una bella trasmissione “Chiesa in diretta” della domenica mattina e con una sua intervista ![]() Lunedì 13 febbraio L’incontro con fra Michele, ha dato il via ufficiale al progetto. È stata la prima volta che i due cori si sono trovati assieme per provare, in precedenza ognuno aveva lavorato per conto suo. C’erano alcune facce perplesse, chi faceva fatica ad entusiasmarsi, sia per la musica sia per i salmi. Qualcuno nelle file dei massagnesi addirittura aveva deciso di non aderire al progetto. Noi non ci siamo neppure posti il problema: tutti avanti a testa bassa. Tanto che anche il buon macellaio di Tesserete Bicio faceva le battute sui salmi e sul salmì e siamo financo andati a finire sul Penagino, giornale di carnevale. Fra Michele ha colto nel segno. Con un intervento pacato, chiaro e molto denso ci ha tuffato nel mondo dei salmi. Migliore introduzione non poteva esserci ed abbiamo così iniziato col piede giusto la nuova avventura. ... 2016 Lorenzo riceve un messaggio di posta elettronica da Bepi De Marzi. Siamo nel 2016 e il tenore è più o meno questo: ho nostalgia della vostra amicizia. Quando possiamo trovarci ancora una volta per lavorare assieme? E chi se lo sarebbe mai aspettato? Eravamo stati noi a cercarlo qualche anno fa, lui aveva accettato di lavorare assieme, ci eravamo sentiti privilegiati di questo onore ed adesso è lo steso Bepi che ci viene a cercare. Come dire di no? Ma come dire di sì quando ci eravamo ricordati più volte che non volevamo rifare la tre giorni del 2013 che doveva giustamente restare un momento unico, irripetibile? Ecco che Fabio trova ancora una volta il bandolo della matassa: tornare a lavorare con Bepi sì, ma su di un altro progetto. Il primo riguardava la musica corale d’ispirazione popolare, questo deve riguardare un altro filone del compositore veneto: i salmi che, assieme ad Ismaele Passoni, ha musicato su testi di padre David Maria Turoldo. Maurizio |
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11 giugno: CONCERTO CON IL CORO DELLA SCUOLA MEDIA DI TESSERETE
(torna su ⇑) È stato un fresco concerto di primavera Con noi un nuovo coro capriaschese, quello dei ragazzi delle scuole medie, diretto dalla docente di musica Valentina Londino. Una ventina di ragazze e ragazzi al termine del loro primo anno di vita corale. Decisamente sono stati più che brillanti. Prima del concerto con noi, si sono esibiti solo due volte in occasioni quasi ufficiali: una serata con i genitori e la giornata musicale delle scuole medie ticinesi. Quindi si è trattato in un certo senso della loro prima uscita ufficiale. Anche per le presentazioni abbiamo voluto marcare l’incontro tra i due cori: a presentare i loro brani è stata la nostra Valentina, mentre che a raccontare i nostri si sono alternati vari ragazzi del coro della scuola media. Nonostante il periodo sovraccarico d’impegni (metà giugno) e l’orario (alle 16 del pomeriggio di domenica), c’è una discreta presenza di pubblico: rimane libero qualche posto a sedere in fondo. La prima parte del concerto, come di consueto, è riservata al coro ospite. Hanno proposto una bella successione di brani, molto adatta ad un’esibizione in chiesa. Ad iniziare con “Kum ba ya”, uno spiritual appartenente al repertorio afroamericano, poi l’impegnativo "Hallelujah" di Leonard Cohen. Bello anche “I will follow him” dal film Sister Act, e la versione italiana, curata da Gino Paoli, del famoso “Imagine” di John Lennon. Noi abbiamo risposto con tanti brani di De Marzi, che appena finito di lavorare con lui ormai ce l’abbiamo dentro: "Maria Lassù", "Fodom", "Improvviso", "El Fogo". Poi le cose che ci piacciono e ci riescono bene: "Ai preat", "Thula baba", "Sona l’Ave Maria". Finale in inglese con tanta gioia e commozione, a rispettare la freschezza dei ragazzi e del momento. Prima il dolcissimo “Look al the world”, scritto da John Rutter proprio per coro di ragazzi e coro misto, che meglio di così non si poteva. I ragazzi l’avevano provato poche volte, ma sono stati molto bravi ad aggiustarsi nei pochi minuti di prova prima del concerto. Noi oramai lo cantiamo con trasporto, lasciandoci prendere dalla musica (capita così con tutti i brani che abbiamo eseguito in momenti significativi, e questo era uno del concorso di Meiringen). E poi il gioioso, festoso, ritmoso “Swing low, sweet chariot” (Dondola dolcemente, dolce carretto) cantato a ripetizione e accompagnato dallo schioccare delle dita e dal battere delle mani che ha coinvolto un pubblico per buona parte giovane e spensierato. |
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18 agosto: UNA SORPRESA DI MEZZA ESTATE
(torna su ⇑) Data : 18/08/2017 - 19:27. Riceviamo il seguente messaggio:
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Qui una risposta
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Il giorno seguente: 19/08/2017 - 11:24
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18 novembre: CONCERTO DI BENEFICIENZA A LUGANO, CHIESA SAN ROCCO
(torna su ⇑) Invitati dal Coro Valgenzana ad esibirci insieme a loro in questo concerto, abbiamo aderito senza troppo rifletterci, in quanto avevamo tutti voglia di evadere dalla solita routine di prove, anche perché si trattava di interpretare dei brani a noi molto ben conosciuti (almeno così dovrebbe essere…). Infatti secondo noi è stato un concerto molto ben riuscito e piacevole da ascoltare e da interpretare, anche perché abbiamo potuto esibirci quasi senza spartito, guardando finalmente Paolo che ci dirigeva e non doveva sbracciarsi come il più delle volte accade. Probabilmente la buona riuscita di questo concerto è dovuta anche al fatto che eravamo ben disposti: tutti sentivano tutti, quindi le voci si sono potute amalgamare bene. Finalmente abbiamo potuto ricaricare le batterie e sentirci motivati, speriamo…, per affrontare assiduamente le prove in prossimità del “concertone” di Natale. Effettivamente sarebbe veramente piacevole poter accettare gli inviti che ci rivolgono anche all’ultimo momento, ma purtroppo non sempre è possibile, in quanto senza la disponibilità di Paolo che ci dirige non siamo in grado, o abbiamo paura, di mostrare le nostre capacità. Questo concerto è stato preparato con una sola prova e sarebbe quindi piacevole ripeterne uno simile per il nostro pubblico, nella nostra bella chiesa. Anche proporre canti non ricercati e già interpretati in altri concerti sarebbe emozionante sia per noi che per chi ci viene ad ascoltare! Daniela e Carmen |
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17 dicembre: CONCERTO DI NATALE. ORATORIO DI SAINS-SAËNS
(torna su ⇑) Il nostro concerto è stato bellissimo: mi sono emozionato nel vedervi dal basso! È stato un bello spettacolo e soprattutto si è percepita un’unità tra le voci che è stata già di per sé rimarchevole. Il coro aveva personalità e non ha di certo demeritato in confronto a bravi solisti che ci hanno accompagnato! E questo è il più bel punto da rimarcare. Ricordo con piacere il momento, dopo le parti dei solisti, in cui l’Oratorio di Saint-Saëns è stato cantato dal Coro: si volava con il canto. C’era armonia e, non me ne vogliano i solisti, era più soave sentire il Coro! Mi sembrava di essere su una nuvola! E questa nuvola l’hanno sentita anche altri presenti con me nei banchi. Un mio amico argentino, fedelissimo, alla fine del concerto, mi ha confidato: “Ogni anno mi sorprendete e, alla fine di ogni concerto, mi domando se sarà possibile mantenere il livello l’anno successivo. In realtà, alla fine, mi devo sempre ricredere e allora mi chiedo: come fate ogni anno a migliorare?” Questa frase, secondo me, riassume molto bene la nostra esibizione. Ma veniamo al concerto. Un concerto che prevedeva da programma principale l’Oratorio di Saint-Saëns oltre che altri tre canti: “Es ist ein Ros entsprungen” di Pretorius, “La nuit de Noël” di Rossini e “God bless us everyone” di Ballard e Silvestri. L’entrata al concerto è stata subito di effetto. Ricordava l’entrata al primo concerto che avevamo fatto a Roma, nella chiesa di Sant’Alessio sull’Aventino. Prima le contralte, poi le soprane, i bassi e infine i tenori tutti con una candela in mano e, immagino, l’emozione di iniziare il concerto… sperando che tutto vada bene… Un canto che non avevo mai sentito ma che fa presentire il Natale che verrà: Ecco, come una rosa giammai fiorita/ è spuntato dal tenero stelo/ venuto dal lignaggio di Jesse/ come hanno cantato i saggi/ E’ venuto la rosa splendente/ tra il freddo dell’inverno/ nel mezzo della notte . E poi il canto di Rossini, con l’accompagnamento dei solisti. Dopodiché, il piatto forte: l’Oratorio di Saint-Saëns. Suddiviso in 10 parti, richiede la presenza di più solisti e solo in parte la partecipazione del coro. Si è cominciato con il preludio seguito subito da “Et pastores erant” che racconta – ripreso dal vangelo di Luca – il coinvolgimento dei pastori nella storia della salvezza e il loro avvicinamento alla grotta con la moltitudine di angeli a cantare Gloria in altissimis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis!. Si è passati dall’“Expectans Dominum”, un canto legato al salmo 40 che racconta l’affidamento dell’uomo a Dio e l’esaudimento: Ho sperato: ho sperato nel Signore ed egli ha dato ascolto al mio grido. Poi “Ego credidi”, l’atto di fede di San Pietro ripreso dal vangelo di Giovanni: Io credo che tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E ancora il “Benedictus” e il “Quare fremuerunt gentes” di una grandissima intensità che racconta la disperazione della gente: Perché le genti congiurano? Perché invano cospirano i popoli? Perché? Perché?. Si è poi passati a due canti “Tecum principium” e “Laudate coeli” dei solisti in cui è emersa la qualità dei solisti (davvero molto apprezzata). Infine il coro si è esibito nel “Consurge filia Sion” e nel classico “Tollite hostias”. Quest’ultimo ha concluso l’esibizione in un crescendo di emozioni (e d’altra parte è stato scelto, non a caso, per il bis dopo i meritatissimi applausi). Concludo questo breve resoconto con l’emozione che ho provato alla fine del concerto: è stato bellissimo, questo l’ho già detto. È stato molto carico di emozioni e, cosa molto importante, intenso e con un’unità vocale fra i coristi. Ma non mi fermo qui. Molti, come me, hanno pensato: perché non ci avete fatto stare ancora un po’ in paradiso? Eravamo lì e ci volevamo restare ancora un po’… Ma è stato bello restarci un’ora. Non bisogna anticipare troppo i tempi… Giulio |
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