CRONACHE
ANNO 2021
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L'ANNO 2021   (clicca qui per scaricare la cronaca in formato PDF)   

E ALLA FINE ECCO (FORSE) LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL...

Cronache del 97° anno di vita

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INDICE
I primi 11 mesi dell'anno ⇒ Per fortuna c'è internet ⇒ Finalmente prepariamo un concerto ⇒
Sabato 8 dicembre ⇒ Sabato 25 dicembre ⇒
Questa volta cominciamo dalla fine, perché è proprio nel mese di dicembre che abbiamo cominciato a respirare una parvenza di normalità. Già, perché le nostre esibizioni in pubblico del 2021 si sono limitate a tre momenti: i due concerti dell’Immacolata e la messa della notte di Natale. Per il resto molto buio, tanta incertezza, anche diversi coristi che hanno sospeso la loro attività perché impossibilitati a cantare con la mascherina o non vaccinati. Insomma: un’annata balorda, ma con il finale che lascia sognare e allora non disperiamo e cominciamo a raccontare.
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I PRIMI 11 MESI DELL’ANNO   (torna su  ⇑)  

Lasciamo al maestro Paolo il commento, estrapolando alcuni passaggi della sua relazione annuale presentata durante l’Assemblea di settembre.

«Come tutti i cori amatoriali e professionali abbiamo dovuto fare i conti con la pandemia e tutte le regole e gli obblighi sociali e sanitari che il Covid ha imposto. Come tutti ci siamo affidati al Web, cercando di mantenerci uniti con lezioni a distanza e, i più audaci, cercando di cantare utilizzando programmi di computer che però non sono ancora perfezionati per tale scopo, con risultati assai discutibili… Molti del nostro coro hanno preferito non partecipare alle lezioni online proposte, forse con l’illusione che questa brutta pandemia si risolvesse presto e che si potesse tornare a cantare in presenza.
Purtroppo il lunghissimo ed estenuante periodo si è allungato sempre più con il risultato che molti coristi hanno lasciato definitivamente le nostre file. La conseguenza è che il nostro coro attualmente fatica a mantenere un’identità conquistata in anni di impegno e lavoro assiduo con ottimi risultati unanimemente riconosciuti. Il futuro ora è alquanto incerto.

Riassumo qui brevemente le molteplici attività (alternative al canto in presenza) proposte durante tutto periodo di distanziamento con la collaborazione di Lucia e Maria per mantenere vivo il senso di gruppo e la continuità di studio, viste le grandi difficoltà che si incontravano nel fare polifonia a distanza.

Abbiamo analizzato e studiato alcune opere liriche:
Elenco Il Nabucco di Giuseppe Verdi
Elenco I Lombardi alla Prima crociata sempre di Verdi
Elenco Mosè in Egitto di Gioachino Rossini
Elenco Guglielmo Tell sempre di Rossini
Le opere sono state esaminate dal punto di vista della trama e dal punto di vista musicale, così come sono stati analizzati i personaggi principali e i temi che li caratterizzano.
Si è parlato dell’opera lirica, della sua nascita, della sua evoluzione storica, nonché del suo sviluppo dal punto di vista formale. Si è accennato all’espressività dei varitipi di “aria” in base ai sentimenti che si devono esprimere e in base al ruolo svolto dai vari personaggi.
Abbiamo analizzato la funzione del coro all’interno dell’opera lirica ponendo particolare attenzione ai brani che faranno parte del futuro progetto: “Il popolare incontra l’opera”.

Sono anche state preparate e presentate lezioni di vocalità da parte di Lucia e di teoria musicale da parte di Maria. Abbiamo analizzato alcuni brani evergreen in riferimento alla costruzione formale e alla loro espressività:
Elenco Can’t help falling in love, di Elvis Presley
Elenco Imagine, di John Lennon
Elenco Signore delle Cime, del nostro amico Bepi De Marzi
Elenco Guglielmo Tell sempre di Rossini
Inoltre due brani tratti dall’opera “Marienlieder”, op. 22 di Johannes Brahms
Elenco Il saluto dell’Angelo
Elenco Il viaggio di Maria alla chiesa

Abbiamo poi provato, partendo da alcuni testi poetici dialettali, a comporre alcuni brani che ne esprimessero e sottolineassero il significato. Abbiamo così sperimentato il percorso inverso e cioè: non più analizzare un brano esistente deducendone il motivo delle sue forme ed espressività musicali, ma, a partire da un testo, provare a dargli una veste formale ed espressiva per rappresentarne il significato. I brani affrontati sono stati:
Elenco Picítt
Elenco Caterina dei corai
Elenco Novembar (utilizzando la scala pentatonica)
Elenco Na broncada (in dialetto rügín)

Al fine di agevolare lo studio in autonomia di molti brani della “valigetta”, abbiamo registrato e fornito nuovamente le parti delle singole voci.

Io credo fermamente che in questo difficile momento sia stato fatto un lavoro utile che tutt’oggi merita di essere considerato e possibilmente continuato. La conoscenza anche teorica di questi molteplici argomenti musicali contribuisce ad arricchirci e incuriosirci per nuove ricerche e approfondimenti utili per la nostra musicalità.»
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PER FORTUNA C’È INTERNET   (torna su  ⇑)  

Abbiamo già detto che la distanza non ci ha permesso di trovarci faccia a faccia e allora ecco un breve riassunto della nostra presenza in internet e sui social.

Whatsapp ha funzionato in continuazione per gli auguri di compleanno, le cose belle che si volevano condividere e soprattutto i concerti e i successi dei giovani della famiglia Sala.

Graziella ha tenuto aggiornato Facebook ricordando appuntamenti e concerti e proponendo le cose interessanti che succedono in campo musicale.

Claudio ha tenuto vivo il sito del coro pubblicando le cronache, la registrazione dei concerti, le battute paoline.

Fiorenzo ha completato la banca dati KDrive del nostro coro inserendo nuovo materiale, come le lezioni di Maria e Paolo sulla musica lirica, le registrazioni delle prove per chi non poteva partecipare, i concerti, le partiture, lo studio dei brani per le singole voci, ma anche fotografie e cronache. Un’incredibile archivio che contempla tutto il grosso lavoro fatto in questi anni.

Se poi ci mettiamo anche il nostro canale youtube con i canti per l’avvento e il tempo di Natale, ecco che il nostro coro conferma di marcare presenza anche nell’era digitale.
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FINALMENTE PREPARIAMO UN CONCERTO!   (torna su  ⇑)  

Questo lavoro ci ha occupato per la ripresa delle prove, a partire dal mese di settembre. Inizialmente avevamo immaginato un concerto con brani popolari, poi c’è stata l’occasione di lavorare con altri due cori e così ci siamo buttati a capofitto in questo progetto. Nell’avventura ci hanno accompagnati il Coro polifonico Benedetto Marcello di Mendrisio e il Coro Città di Como, entrambi diretti da una nostra vecchia conoscenza: il maestro Mario Moretti. Siamo partiti con l’idea della messa di Gounod e con il Gloria di Vivaldi, poi abbiamo scartato il Gounod e raddoppiato il Vivaldi. Prima o poi, tutti e tre i cori si erano già cimentati in entrambe le musiche del Prete rosso, si trattava ora principalmente di mettere assieme maestri e cantori. Cosa che è stata fatta in alcune prove comuni svolte a Mendrisio grazie alle quali abbiamo cominciato a famigliarizzarci con gli altri coristi e… con la mascherina. Già, perché cantare con la mascherina non è poi così facile e anche questa sarà un’esperienza che fra una ventina d’anni potremo raccontare ai nostri nipoti, nelle serate invernali passate davanti al caminetto, quando ricorderemo la nevicata… ma questa arriva dopo.

Le prove si sono susseguite da settembre a novembre all’oratorio, naturalmente con la mascherina, e con la spada di Damocle sempre pendente sulle nostre teste: chissà se non sarà tutto un lavoro inutile e se ci saranno le condizioni per poter cantare… Alla fine siamo rimasti una ventina di cantori del nostro coro pronti per affrontare il concerto.
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SABATO 8 DICEMBRE 2021   (torna su  ⇑)  

Data da sottolineare in rosso sul calendario, perché la nostra ultima uscita pubblica risaliva a ben due anni fa: era la messa di Natale e correva il 25 dicembre del 2019. La meteo non ci è amica, minaccia di nevicare e così molti partono in treno alla volta di Mendrisio.

È presto quando arriviamo, per cui c’è tempo per infilarsi nei vicoli, corti e bettole del Magnifico Borgo e verso le 16 si fa prova tutti assieme. La chiesa è grande, il palco è bello largo e contiene senza problemi i circa 70 coristi; anche l’orchestra davanti è comoda e ben disposta. Condizioni ideali per il concerto. Ci mettiamo la mascherina nera e via a cantare Vivaldi. Quando scrivo queste righe sono già passati più di due mesi dal momento del concerto e fatico a ritrovare suoni e colori di quei momenti. Rivedo la chiesa parrocchiale occupata da poche persone (saranno sì e non un centinaio) che si perdono un po’ nei grandi spazi. Rivedo il maestro Moretti, i suoi sorrisi e gli ampi gesti. Rivedo la presentatrice e le sue parole introduttive, forse un po’ convenzionali. Vedo il Paolo che si mette tra le file dei tenori, un po’ girato verso quelli dell’ultima fila così da fare sentire meglio la sua voce. Vedo il collega corista che a un certo punto fa cadere il leggio che si era portato appresso.

Ma per rivivere i ricordi vorrei poter ritrovare i suoni… ecco… forse ci sono: scrivo www.corosantostefano.ch, apro la sezione “Musica” e trovo la registrazione del concerto (si tratta dell’esecuzione di Tesserete, ma il programma è comunque lo stesso di quello di Mendrisio).
Inizio squillante, al galoppo, con quel primo “Gloria” convinto “Gllllloooo”, che in prova avremo ripetuto almeno 500 volte. Tutto bene. È bello cantare con la base degli strumenti che ti guida, è facile trovare gli attacchi quando attorno hai una quindicina di persone che fanno la tua voce.
Violini e violoncelli introducono “Et in terra”, forse le voci maschili non hanno sufficiente spessore. Consistenza che invece appare, eccome!, al primo intervento delle “Sala sisters”. Margerita e Caterina catturano subito la platea (ma anche noi, dato che nel terzo movimento “Coro tacet”). Duettano con grande affiatamento, è bello vederle (e naturalmente sentirle) appoggiarsi una all’altra, poi guizzare verso preziosi virtuosismi.
Come sempre il sesto movimento ti porta al settimo cielo: quell’inizio con il suono dell’oboe è musica celestiale e anche le parole dicono del firmamento accennando al “Rex coelestis”. Tutti poi sulle gondole a cavalcare il “Domine Fili Unigenite”. Toni più scuri per l’agnello di Dio che toglie i peccati. E qui ti accorgi come Vivaldi ti faccia pregare con la sua musica: il suo “Gloria” contempla l’invocazione, la preghiera, la tristezza per il peccato, la supplica, la domanda, la beatitudine eccetera.
Si termina con i fuochi d’artificio finali, dopo di che, sorpresa delle sorprese, il pubblico non applaude! Subito dopo l’Amen cala in chiesa un imbarazzante silenzio in chiesa che continua mentre prepariamo il prossimo pezzo. Eppure una musica così ti domanda un urlo di liberazione, ti chiede di partecipare alla festa applaudendo, manifestando la tua gioia.

Con addosso questa perplessità cominciamo il “Magnificat”, la preghiera della Madonna che loda la misericordia di Dio. Allo stupore del primo movimento segue il grido di esultanza del secondo, innalzato da Caterina e Margherita, che va a riempire le ampie volte della chiesa di Mendrisio. Si parla e si canta di potenza nei movimenti 4 e 5, che è bello cantare a pieni polmoni (anche se il Paolo preferisce che la voce sia controllata). Nell’”Esaurientes” è affascinante sentire le due voci delle “Sala sisters” che si rincorrono e si sovrappongono. Bello cantare il passaggio dell’”Abraham et semini eius in seeeeeeecula”. E poi via verso il travolgente Amen.

Vorrei qui fare una considerazione: dopo essermi immerso in questi due brani, suggerisco di ascoltare la registrazione tutti assieme e approfittare delle osservazioni e dei commenti del buon maestro Paolo, per capire cosa è stato fatto bene e cosa invece va migliorato.

Ma non è finita. Il concerto (che ha tempi giusti: poco più di un’ora) così vicino al Natale, richiede che vengano eseguiti dei brani che richiamano questa festività. Cosa di meglio che un “Adeste fideles”? A ritmo lento, meditativo, lascia intuire la magia dell’evento. Che bello sentire ancora il caldo del Natale, la vita che appare, la Speranza che scende in Terra. Terminiamo con “Astro del ciel” in un’armonizzazione che conosciamo poco, ma che ci piace cantare a bocca chiusa, mentre Caterina improvvisa la voce solista, assistita da Paolo.
In questo concerto c’è stato quasi tutto quello che serve: belle voci, tornare a cantare assieme, qualche fiocco di neve fuori, un’orchestra, una chiesa. È mancato il calore del pubblico, ma prima o poi tornerà anche quello.


Il tempo di passare in sacrestia e subito ci incamminiamo verso il bus, che ci porterà a Tesserete. Siamo a metà dell’opera e il viaggio si imbianca all’altezza di Canobbio. Nevica di brutto, è piacevole veder scendere i fiocchi, ma questo spaventerà molti degli spettatori che non parteciperanno al nostro concerto.
Fatichiamo un po’ a stringerci tutti (orchestra e coro) nel presbiterio di Santo Stefano e al momento dell’inizio sono più gli attori degli spettatori. Noi: una sessantina (qualcuno non è salito da Mendrisio), loro: una cinquantina. Poco male, l’importante è mettercela tutta, sia che gli spettatori siano cinque, sia che siano cinquecento. È quello che facciamo e alla fine siamo tutti contenti.

È vero: non c’erano le luci speciali, sul palco si stava strettini, avevamo davanti alla bocca le mascherine nere e la chiesa non era piena. Non c’è stata neppure l’abituale e abbondante bicchierata finale ma almeno, dopo due anni di silenzio, avevamo ripreso contatto con il nostro pubblico!
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SABATO, 25 DICEMBRE 2021   (torna su  ⇑)  

Cominciamo la veglia mascherinati nel coro dietro all’altare. I canti si alternano con poesie del Natale lette da Verena con tono caldo e pacato. Sono testi di Charles Péguy, Salvatore Quasimodo, Gianni Rodari, David Maria Turoldo, Guido Gozzano, Madre Teresa di Calcutta. Questi i cinque brani eseguiti alternando le poesie: Resonet in laudibus, Leise rieselt der Schnee, Il est né, Gaudete, Gli angeli nelle campagne.

Siamo dietro all’altare, dicevamo, e forse è un bene perché all’inizio la chiesa è desolatamente vuota. È vero, si tratta di una funzione religiosa e non di un’esibizione, ma chissà quanti avrebbero gioito e si sarebbero commossi a sentire le dolci voci di Caterina e Margherita. Un privilegio poter assistere a una messa accompagnati da voci che hanno ormai trovato posto tra gli artisti emergenti del bel canto. Purtroppo dei problemi di comunicazione (l’orario d’inizio della veglia non era stato annunciato) hanno fatto sì che molti siano arrivati in chiesa solo per l’inizio della Messa.

Accompagniamo la funzione con altri canti: “Adeste fideles” per l’ingresso, “Tu scendi dalle stelle” all’offertorio, “Puer nobis” e “Astro del ciel” alla comunione, “Tollite hostias” come canto finale.

Riusciamo dignitosamente, anche se i bassi sono ridotti al lumicino (solo due voci). Ma anche qui l’importante non era il numero, bensì il poter riprendere la gioia del canto corale e sentire nel profondo del cuore la letizia del Natale.
Maurizio
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