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"A" come animali
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- Dovete guardarmi di più! Avete presenti i camaleonti? Un occhio su e uno giù.
- Questo canto si estingue… è come il panda cinese.
- Forza ragazzi, mi sembra di dover tirare dietro il mio cane quando non vuole uscire.
- Quel ritmo deve essere più coinvolgente. Non siamo qui a dare da mangiare ai tacchini.
- Con quella nota sembra che volete mettere un elefante in una tazzina.
- Mi raccomando… non devo sentire galline che covano.
- Dovete pensare che quelli lì sono gli occhi della sua morosa, non quelli di una mucca pazza!
- Potrei accontentarmi, anche se sembrate piuttosto un alveare.
- Basta, basta, sembrate un gregge smarrito… sento i vostri belati.
"B" come bassi
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- Bassi, non capisco cosa state facendo. La vostra sembra un’auscultazione toracica.
- Bassi, è vero che l’organo vocale proviene da un tubo… però non da quello del lavandino!
- Bassi, quello che state facendo è un suono calabronico… qui invece ci vuole un suono bronzeo.
- Bassi, non siete lì per caso. Dovete cantare!
- Bassi, è terribile! Sembrate dei pentolotti!
- Bassi, vi carico a molla o partite da soli?
- Bassi, sembra che state schiaffeggiando il bimbo che dorme.
- Bassi, quando fate così siete come le ciliegie: una tira fuori l’altra.
- Bassi, non dovete cantare come se foste in galera.
- Bassi, da uno a dieci, questa sera siamo a due.
"C" come cibo
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- Dovete andare più veloci, secondo me stasera avete mangiato o polenta o semolino.
- Sembrate come quelli che, a furia di mangiar torroni, hanno perso tutti i denti.
- Attenzione, perché io sento molta fibra dentro quelle note. Anche se dicono che la fibra faccia bene, sarebbe meglio toglierla.
- Sembrate un po’ la pubblicità della mortadella mentre la tagliano… quando incontrano il pistacchio diventa più dura.
- Quando fate quell’ultima nota lì, non dovete spremere i limoni con la gola.
- Dovete fare un micro-spostamento… non è come tirar su con l’ugola due etti e mezzo di prosciutto cotto.
- C’è la dieta vegetariana, la dieta dei sette giorni, la dieta della frutta… anche voi dovreste fare una dieta: la dieta di snellire i suoni.
- Non va bene. Questa cosa qui è un soufflé sgonfio.
- Dovete legarle di più quelle note… provate con la maizena o magari può andar bene anche la farina.
"D" come divi e personaggi
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- Attenzione a quelle note lì. Non dovete fare come John Denver.
- Siete troppo espressive. Voglio una faccia pasoliniana.
- Non così, non dovete fare i suoni di Stallio e Ollio.
- Non si capiscono le parole, non fatemi i suoni dell’Aldo Fabrizi.
- Ma io sento un suono tutto pettorale… Sembrate la Mercedes Sousa.
- Facciamo un po’ più snello questo pezzo, come la Carla Fracci.
- Bassi, voglio un effetto speciale: un suono un po’ Orso Yoghi e un po’ Fantozzi.
- Andiamo, più veloce! Mi sembra di dover tirar dietro l’Ave Ninchi!
- Sembrate la Moira Orfei: o la va, o la spacca.
- Qui non c’è il fiato, dovete prenderlo prima. Provate a fare come Enzo Maiorca!
"E" come effetti indesiderati
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- Niente effetto “sasso nel lago”.
- Non così! Sembrate delle vecchie maestre.
- Quando cantate così sembra che avete in bocca l’unghietta masticata e non l’avete ancora mandata giù.
- Niente effetto “foto Polaroid”.
- Non così, non è un disturbo delle onde medie.
- Attenzione, niente “effetti nightmare”.
- Dovete andare diritte alla meta… quello che ho sentito lì è un effetto frenata.
- Non dovete fare l’effetto “Cochi e Renato”
- Quello è un effetto “unghie sulla lavagna”.
- Quando dite il “dì” finale, non dovete infilzare nessuno.
"F" come fisico umano
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- Quel brano cantato così sembra un occhio con la congiuntivite.
- Tenori, avete le fiacche sulla punta della lingua? Siete scusati solo se non avete i denti davanti.
- Quando fate la nota deve vibrarvi lì, in mezzo agli occhi. Se vi vibra qualcosa d’altro come le orecchie, allora è sbagliato.
- Se continuate così, vi verranno fuori anche i ventricoli.
- Non dovete appoggiarvi sull’ombelico quando cantate. Guardate avanti!
- C’è una pigrizia delle mucose a salire. Quel suono deve essere più alto.
- Per stare su schiacciate tutto: reni, prostata, tutto quello che avete!
- Non preoccupatevi, quel suono lì aiuta: massaggia l’ipotalamo.
- Fermi lì! C’è qualcuno che ha un’adenoide di troppo.
- Sento che cominciate ad appoggiare tutto sulla carotide, il che è pericoloso.
"G" come come giochi e sport
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- Il fiato va tenuto in equilibrio, non deve essere forzato. È come quando gli acrobati camminano sulla corda.
- L’anno prossimo faranno un corso di apnea. Vi iscrivo tutti, così resistete almeno quattro battute.
- Dovete fare come quando si gioca a pallavolo: le dita devono accarezzare la palla, non appesantirla.
- Dovete essere più naturali con il respiro. È come cercare di calcolare il respiro quando si nuota a crawl… quando avete fatto il calcolo siete già affogati.
- Non dovete buttare in aria la voce in quella maniera. Sembra che state facendo il tiro al piattello.
- Non dovete iniziare così… non state facendo una gara di sollevamento pesi.
- Non dovete spaccare le tegole con lo stomaco, come fanno i coreani.
- Quando fate quella nota lì, è come quando a calcio tirate in porta: dovete calcolare dove va a finire la palla.
- Avete fatto come le vele quando di colpo manca il vento: siete caduti in mare.
- Quello è uno swing. Avete presente la mossa del golf? Ci vuole quel colpetto come se steste tirando la pallina.
"H" come come hai, hai, hai
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- Questa la cantano i Muppets. Li avete mai sentiti cantare i Muppets? Tutto impastato giù in gola…
- Coraggio, la prossima volta vi regalo un paio di corde vocali nuove.
- Avete cominciato il pezzo come se qualcuno vi avesse messo sotto vuoto.
- Dopo un’ora e mezza di prove dovrei farvi la foto! Avete una faccia…
- Voi dovete cantare come se foste affacciati davanti all’infinito, non come se foste davanti ad un muro.
- Dev’essere tutto tondo; la bocca e quello che ci sta dietro. A volte sembra come se state cercando di fischiare con la bocca aperta.
- Dovete cantare rilassati, come durante una seduta di Shiatsu.
- Dovete prendere più fiato… quel suono lì ferisce come la lama di un coltello.
- Fate attenzione: con la vostra voce dovete cercare di non schiacciare i piedi a nessuno.
- Cantate come se aveste dei vetri davanti dove andrete certamente a sbattere la testa.
"I" come infanzia
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- In quel brano, dovete pensare di star raccontando una storia ai bambini. Se gliela raccontate con la bavetta alla bocca e con un dente che vi viene fuori, non va mica bene.
- Io posso gonfiarmi come Obélix, ma quel suono deve rimanere sempre lì. Se prendete anche 12 litri d’aria, l’attacco è sempre quello!
- Se vi mettete a fare così: la là - la là - la là, poi diventa il canto della Vispa Teresa.
- Prima di quella nota prendete fiato… un super-fiato, come quello di Superpippo.
- Per fare quella nota bisogna pensare… Pensa… Lo diceva anche Winnie the Pooh.
- Se il suono non è posizionato bene, poi vi si gonfiano le mascelle e fate come Cip e Ciop quando mangiano le noccioline
- È bello ma è poco maschile. Sembra la dichiarazione di Olivia a Braccio di Ferro.
- Avete presenta la strillettera di Harry Potter? Il suono che avete fatto sembrava una di quelle cose lì.
- Dovete prendere più fiato… tanto fiato da tirar giù la casa dei porcellini.
- Quando avete una nota, dovete tenerla lì. Non mollarla come una povera orfanella… con i tre fiammiferi in mano.
"L" come località
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- Bassi, siete andati a prendere il petrolio con quella nota lì. Sembra che siete caduti nella Faglia di Sant’Andrea.
- State cantando come i Denti della Vecchia: uno su e uno giù.
- A guardarvi cantare sembrate la Bocca della Verità di Roma, in Vaticano, quella dove si mette dentro la mano.
- Bassi, così non va! Sembra che venite dal Congo.
- Questa non è la magia degli altopiani andini; avete fatto un suono come foste a Rimini.
- Quel suono deve essere più stabile… come le colonne di Piazza San Pietro.
- Sembrate delle suore che si sono perse in Barbagia.
- Guardate che andremo alla Collegiata di Bellinzona a fare questa musica, mica al mercato di Saronno.
- C’è troppo casino, si sentono rumori dappertutto. Sembra di essere a Londra nell’ora di punta del traffico.
- Dovete preparare bene la lingua e dire Hallelujah, non Honolulu.
"M" come malattie
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- Avete la punta della lingua troppo morbida. È molle, non è che per caso avete l’afta in bocca?
- Quando fate quel suono lì, sembrate quelli che urlano di dolore quando al mattino si alzano con l’artrosi.
- Ma perché traballate così con la voce? Non avete mica il Parkinson!
- È esattamente in quel punto lì che dovete prendere la nota: tra il naso e la gola, dove vi viene il raffreddore.
- Adesso vi mando tutti alla visita per l’ulcera.
- Mamma, mia! Sembra l’inno della bronchite acuta.
- Bassi, dovete andare più diritti. Ma avete la labirintite?
- Ragazzi, cosa succede, siete in letargia? State facendo venire la pecolite anche a me.
- I suoni messi su bene fanno passare la sinusite, quelli messi su male fanno venire la laringite!
- Non è che avete un enfisema e che non riuscite a tirar là le frasi sino in fondo?
"N" come note musicali
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- Fermi lì con quella nota! Non è una caduta nel vuoto.
- Non dovete mai prendere le note dal sotto. È come quei giradischi di una volta: la puntina andava sempre giù dall’alto.
- Quella nota che avete fatto è nella quarta dimensione, non esiste sulla terra!
- È una nota un po’ svitata. Dev’essere più stretta.
- Voglio delle note più leggere. Pulite, ariose, eliografiche.
- Non c’è spazio in quella nota lì. È attaccata ai bordi della finestra. Se mollate le mani, poi cadete.
- C’è tanta gente abbandonata nel mondo… non abbandonatemi anche le note!
- Quella nota lì scende volentieri e con effetti dirompenti. Dovete tenerla in equilibrio, poverina.
- Quella lì non è una nota, è uno spintone!
- Non sedetevi sulle note, dovete lievitare.
"O" come oggetti della quotidianità
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- Non così, sembra che state schiacciando un dentifricio vuoto.
- Ricordatevi che avete delle corde vocali, non delle stringhe da scarpe.
- Ma adesso cosa succede? Metto apposto di qua e si svita di là… mi sembrate dei mobili dell’Ikea.
- Sospingetelo quel suono, se no è come i termometri di casa mia che quando li abbiamo bisogno per misurare la febbre sono sempre rotti e non vanno mai su.
- Prendete un pennellino per disegnare quelle note, non cominciate a prendere pennellesse!
- Non dovete mollare di un millimetro con quel suono. È come fare l’orlo ai foulard, il lavoro che faceva mia mamma.
- Dovete cantare semplice; invece sembra che state spingendo il comò nell’angolo.
- Non fate come quei proiettori di una volta che mandavano luce dappertutto. Voi dovete cercare di mettere a fuoco!
- Quella nota lì scricchiola come un cancello che s’incanta.
- Non dovete lasciare andare quel suono; è come se vi stesse cadendo la penna mentre state scrivendo.
"P" come per cantare correttamente
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- Cantando così non funziona… provate a srotolare la lingua.
- Prendete il fiato in quel punto, e poi tutto sotto vuoto spinto… fino al concerto dell’anno prossimo.
- Per allenarvi potete cantare quel brano lì tutti i momenti della giornata… tranne al mattino quando vi lavate i denti.
- Togliete tutto il metallico che avete in gola e mettete la nota in testa.
- Prendete le note come se fossero nello spazio, non schiacciatele là come un punto sul muro.
- Dovete star fermi lì con la nota. Anche se vi danno uno spintone e vi buttano giù dalle scale.
- Non dovete fermarvi sul pianerottolo come se steste facendo una riunione di condominio.
- Provate allo specchio tutte le mattine. Quando vedrete che è pieno di sputacchi, vuol dire che avete fatto bene.
- Dovete controllare di più la mandibola: sembra che vi stia scappando via di colpo.
- Non schiacciate su quelle povere laringi che sono ormai provate…
"Q" come quasi quasi ci siamo
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- Come avete cantato bene! Ma dove siete andati quest’estate? A Lourdes?
- State cantando tutte come delle Callas in miniatura.
- Stasera siete veramente bravi, non calate neanche se vi si toglie la sedia da sotto il sedere.
- Fin qui tutto bene… al 20 percento.
- Fa niente se qualcuno non arriva a prendere quelle note. Non ho mai detto: “cantate tutti, se no vi metto un dito nell’occhio”.
- Questa che avete detto è la lista della spesa. Ora proviamo a cantare.
- Non preoccupatevi, vedrete che lo imparerete… dopo che lo avremo ripetuto un paio di milioni di volte.
- Dovete cantare con più gioia, la vita deve sprizzarvi fuori dagli occhi.
- Forza, il suono che fate è molto bello… solo che è un po’ svitato.
- Bellissimo! È vero che soffro per due ore, però ogni tanto sapete regalarmi anche delle emozioni.
"R" come religiosità
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- Se cantate così, non andrete in Paradiso, san Pietro non vi aprirà di certo.
- Prendete subito l’accordo pulito, che come avete fatto prima sembrava la resurrezione di Lazzaro.
- Siccome che con quella nota mi avete fatto vedere Padre Pio, adesso proviamo a farla un po’ meglio…
- Chiederò la grazia a san Biagio perché non cantiate più ingolati in quel modo.
- Quando do l’attacco dovete guardarmi tutti. Lo sguardo deve essere rivolto verso di me, come se fossi la Madonna di Lourdes.
- Su con la vita! Non siete mica santa Maria Maddalena de’ Pazzi.
- Ci sarà certamente un’indulgenza plenaria per chi canta bene questo pezzo.
- Quel suono manca d’aria… manca il soffio dello Spirito Santo nelle corde vocali.
- Neanche sant’Antonio con il Bambino in braccio ve la può dare, quella nota lì.
- Immaginate di tenere su bene la nota, come se aveste gli occhi di santa Rita che guardano su in cielo.
"S" come scienza
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- Occhio che il tenore solista non è fornito di bombole ad ossigeno…
- Forza, è l’ora del 3D. Non possiamo più cantare in una sola dimensione.
- Preparate bene la base di lancio. Dovete essere come la sonda Rosetta che ha raggiunto la cometa.
- Voi non avete memoria delle note! Eppure tutti hanno la memoria, proprio tutti... anche le molecole d'acqua hanno la memoria!
- Dove siete andati? Sembra che abbiate scoperto il decimo pianeta.
- Quel suono lì è troppo robotizzato.
- A quel suono qui manca qualche bar… intendo come pressione.
- Non ci siamo… bisognerebbe spruzzarvi un po’ di elio in gola.
- Avete mai rifatto la testa del motore? Quando cantate è come se aveste l’aria inserita.
- Dovete memorizzare questa posizione nel disco duro del vostro cervello.
"T" come televisione e cinema
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- Non dovete cantare così male: il festival di Sanremo non è ancora cominciato!
- Non andate a spasso per la Capriasca, questo è un “Torna a casa Lassie”.
- Quando fate quel suono lì, sembrate la voce della foresta nel film “Cime tempestose”.
- Più piano, dovete cantare più piano. Come in una trasmissione sottotitolata per non udenti.
- Cantata così sembra un po’ una scena alla Twilight: l’incontro notturno con il vampiro.
- Adesso dovete fare pianissimo… non cominciate a fare Armageddon.
- No, no, dovete essere tutti assieme. Il suono “uuuhh” deve essere come il segnale della Televisione di 50 anni fa.
- “Radici” è finito da un pezzo. Non dovete cantare come degli schiavi negri.
- Non traballate su quella nota, dovete essere più stabili, solidi… come la corazzata Potemkin.
- È troppo forte! Sembra il campanello della famiglia Addams.
"U" come un po’ di cultura
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- Questa casa è senza tetto. Dovete metterci su la cupola del Brunelleschi.
- Tirate su quel canto, non morite lì come l’abate Faria.
- La caratteristica di questa brano è quella di essere un moto perpetuo… come un cammino evolutivo.
- Sembrate la cavalcata degli Ussari; andando avanti così, questo qui diventa il canto degli sfigati.
- Mi sembrate le sirene d'Ulisse dopo un'otite: state andando in barca. Forse qualcuno ha tolto il prezzemolo...
- Va bene che il buon Hermann Hesse era svizzero, però il "Lupo della steppa" l'ha scritto solo lui, voi non dovete imitarlo!
- Bassi quando fate così è come vedere un quadro del Caravaggio un po’ sfuocato e messo su storto.
- Ci vuole più spazio in quelle note, come quei bei soffittoni a 12 metri… per esempio la Cappella Sistina.
- Tirate su quella faccia! Sembrate una maschera della Commedia dell’Arte.
- Fatto così è un gran casino. È come la Guernica di Picasso.
"V" come viaggi e mezzi di trasporto
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- Mi raccomando, niente effetto gondola veneziana.
- Quella nota lì è troppo sprofondata. Dovete tenerla su come il dirigibile Zeppelin.
- Quel suono deve essere come la sirena di un bastimento… però non della Costa Crociere!
- Siete partiti come un treno e io non riesco più a fermarvi… non sono capace di fermare un treno in corsa.
- Quel suono lì sembra a quei clacson dove ci va dentro il fango.
- Fermi! Fermi! Provate a novantacinque ottani che è meglio.
- Questa nota qui era adagiata su una piroga. Se potete metterla su uno spillino è meglio.
- Non così, non dev’essere un sobbalzamento su uno sterrato. Sembra che state andando giù con un gip senza una ruota.
- Non così. Vi siete lasciati prendere dall’entusiasmo e sembra che state assaltando una diligenza.
- Quel suono lì sembra un postale con dentro un nido di vespe… nel cofano.
"Z" come zampogne e strumenti musicali
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- Queste non sono delle zampogne come io vorrei… sembrate piuttosto delle cornamuse scozzesi.
- Eh, no! Niente suoni vuvuzela, mi raccomando
- Per fare quel suono mi viene da pensare a un oboe… ma di buona qualità, non stonato!
- Perché cantate così? Non siete mica dei corni savoiardi!
- Il suono va sempre fuori, non resta dentro. Avete mai visto una tromba che si accartoccia?
- Dovete pensare a dove mettere quella nota… altrimenti è come suonare il pianoforte con la mano morta.
- Non tirate avanti e indietro come gli ukuleli.
- Se prendete un richiamo degli uccelli e ve lo ficcate in gola, esce la stessa nota che avete fatto prima.
- Questa tastiera non funziona più. Deve essere stanca, o forse non mi sopporta più.
- Così non va. Sembrate un organo con i buchi nei mantici.
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