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BATTUTE PAOLINE
   
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Battute paoline anno 14 (2024)
a cura di Maurizio   (clicca qui per scaricare le battute paoline in formato PDF)   

Quello era un la bemolle, non un la… mento

Nuove battute paoline, anno 14

Battuto il record delle battute!

Anche il buon maestro Paolo ha voluto onorare, a modo suo, il centenario del coro Santo Stefano / Vos dra Capriasca, stabilendo il nuovo record di Battute paoline. In un anno ne ha sparate ben 334, quando il record precedente risaliva al 2018 ed era di 294. Il corpus totale ammonta a 2972, quota 3000 non è lontana! Sebbene con il passare degli anni diventi sempre più difficile trovare nuovi spunti per le battute, Paolo dimostra che la sua vena è praticamente inesauribile: è un vero talento dell’inventiva!

Va detto anche che nel corso dell’anno abbiamo affrontato sfide impegnative e così il nostro maestro ha dovuto far capo a tutte le sue risorse e trovare nuovi molti modi per spronarci a fare bene. Ecco qualche esempio tratto dalle 334 battute del 2024.
INDICE
Una battuta come premessa Abbigliamento
Accordi in disaccordo Alimentazione e bevande Ambienti della casa
Anagrafe Animali Apparecchi di ricezione
Arte Astronomia e viaggi nello spazio Canti popolari e folcloristici
Canzone italiana Cartoni animati, fiabe e libri per ragazzi Cervello e mente
Chimica, fisica e materiali Cinema, radio e televisione Circo, danza e teatro
Come pronunciare le parole Come interpretare un brano Corde vocali e gola
Corpo umano Critiche e osservazioni Dedicato ai bassi
Denti, dentiere e dentisti Discipline orientali Fenomeni naturali
Giochi e giocattoli Guerra e pace Il dopo prova
Il giusto suono Il modo corretto di cantare In attesa del proprio turno
In punta di voce In terra di Capriasca Incoraggiamenti, apprezzamenti e incitamenti
Informatica e robotica Inno alla gioia L’importanza del fiato
L’uso delle vocali Leggende e folclore Letteratura
Lezione di guida Maestro o fisioterapista? Maestro o psicologo?
Magia e occultismo Maglia e cucito Medicina e salute
Mestieri e mondo del lavoro Meteorologia Mezzi di trasporto e vie di comunicazione
Mitologia Nel mondo della classica e della lirica Nell’anno del centenario
Neologismi Non c’è via di scampo Non solo Bassi
Non tutte le ciambelle riescono col buco Nota Bene Occhio alle orecchie
Oggetti e situazioni della vita quotidiana Ogni tanto qualche complimento Paesi e città
Partitura Personaggi famosi Popoli e culture
Prove di resurrezione Psicologia e psichiatria Pubblicità
Religiosità Santi e patroni Scienza e tecnologia
Sport e giochi Storia Strumenti musicali
Un maestro impietoso Un maestro sull’orlo della crisi di nervi Un maestro minaccioso
Un tocco d’ironia. Vecchio e nuovo testamento Poesia dedicata ai Bassi
Una battuta come premessa   (torna su  ⇑)  
  • Non voglio sentire commenti, parlo solo io. Mi assumo la responsabilità delle cavolate che dico.
Abbigliamento   (torna su  ⇑)  
  • Bassi, c’è qualcuno che ha mollato le braghe.
  • Per tener su quella nota lì ci vogliono le calze d’acciaio inossidabile.
Accordi in disaccordo   (torna su  ⇑)  
  • Con un accordo così scalchignato, un canto non può partire!
  • Dovreste fare un accodo glorioso, non un accordo spaventato.
Alimentazione e bevande   (torna su  ⇑)  
  • Dovrebbe essere un effetto delicato ed armonioso, voi invece avete fatto un semolino.
  • Dovete pensare di essere degli chef di cucina: quando mettono la panna montata nel dessert non devono metterne tanta, ma solo quella che basta.
  • Siete lì con la faccia di uno che ha preso un Fernet avariato con l’acqua calda.
  • Bassi, è un suono piatto come l’asse degli gnocchi.
  • Bassi, non dovete fare come il budino Elah: entrate nella vocale e state fermi!
  • Invitate il vostro palato ad alzarsi: ci deve stare dentro un uovo sodo in piedi.
  • Bassi, per cantare bene avreste bisogno di un bianchino.
  • Bisogna cominciare sottovoce: dovete fare come i fagioli lasciati a sobbollire.
  • Mi fate sentire la vostra parte tenori? In questo momento lo desidero più della Nutella!
  • Mantenete la dignità del canto: quelle sono delle arie nobili, non le tagliatelle di nonna Pina.
  • Nel coro dei Lombardi alla prima crociata
  • Quando si parla di “vigneti indorati dal sol” dovete pensare al merlot, ma cercate di non ubriacarvi con le note.
  • Avete fatto un budino flaccido, non stava in piedi: dovete metterci più gelificante.
  • Tirate quella nota come se fosse una cicca americana.
  • Vi vedo tutte rosse in testa… se ci metto su un ovetto, poi lo si può cuocere.
  • Cercate di macerare bene, come le ciliegie che si mettono nella grappa.
  • Bassi, avete fatto una partenza patatosa.
  • Non dovete cantare insaccati… non siete mica delle mortadelle!
  • Tenori, state pensando a quante mandorle contiene il torrone di Cremona?
  • Qui c’è scritto “legato”, ma significa “musicalmente legato”, non c’entra niente con la maizena.
  • Spegnete il gas, per favore, i fagioli sono cotti.
  • Bassi, la vostra nota deve avere un senso, invece sembrava un caco caduto dalla pianta.
Ambienti della casa   (torna su  ⇑)  
  • Cantate bene: dovete aprire le bocca, non chiudere il garage.
  • Bassi, è come se doveste spostare l’armadio con una piccola spintarella: voi invece gli avete dato un grande trussone.
  • È troppo forte, non state portando su un ascensore.
  • Contralti, voi un punto fermo non l’avete mai: siete sempre lì a traballare sulle piastrelle.
  • Lo so che qui in Svizzera avete degli standard abitativi di 2,65 metri d’altezza per i locali, però vi voglio come gli italiani: dovete arrivare a 3 metri!
Anagrafe   (torna su  ⇑)  
  • Quella nota deve avere un luogo anagrafico nel quale vivere.
Animali   (torna su  ⇑)  
  • Bassi, non dovete gridare come aquile zoppe.
  • Contralti, non fate la faccia da cricetini, non è che così vi viene meglio la nota.
  • Non dovete stare seduti sui talloni, ma andare via come delle gazzelle.
  • Non funziona, sembrava il canto dell’oca grassa.
  • Le corde vocali vibrano come due pesci pagliaccio quando si avvicinano. Ma lavorano di coppia, non si sbattono una contro l’altra.
  • Quel suono deve essere meno arboreo, forestale… sembrate il cucù che canta.
  • Quella nota era incastrata lì nella gola come una spina di pesce.
  • Tenori, io sento sempre qualcuno che schiaccia la coda al gatto.
  • In quel punto lì dovete dare tutto quello che avete, strapparvi tutte le piume.
  • Bassi, ma dove avete studiato? In uno zoo con elefanti?
  • Avete fatto un suono che sembrava quello di una zanzara impazzita.
  • Siete lenti come le mie lumache in giardino… questa era una battuta estiva…
  • Bassi, in mezzo a voi non devono esserci i gufi.
  • Non ci siamo: sembrate un gallinaio impazzito.
  • I tenori respirano intanto che cantano, forse sono come i pesci che hanno le branchie.
  • Bassi, avete fatto come le balene: vi siete spiaggiati.
Apparecchi di ricezione   (torna su  ⇑)  
  • Tenori, dovete caricarvi con la Duracell.
Arte   (torna su  ⇑)  
  • Voglio un’armonia che sia come un quadro di Segantini.
  • Non ci vuole carne in quel suono: dev’essere rotondo come la “o” di Giotto.
  • Maurizio, devi pensare di essere sotto alla cupola del Brunelleschi, invece hai cantato come se fosti sotto allo stipite di una porta.
Astronomia e viaggi nello spazio   (torna su  ⇑)  
  • Bene, questa sera abbiamo fatto un grande passo per l’umanità… questa frase mi sembra di averla già sentita…
  • Non vi capisco… siete in un punto indefinito dell’universo.
  • Dovete dare la sensazione che questa musica venga da un altro pianeta.
  • Voglio sentire il suono del sole che tramonta.
  • Mica male, forse stiamo vedendo la luce… anche se stasera a Dallas c’era l’eclissi solare. (battuta di lunedì 8 aprile 2024)
Canti popolari e folcloristici   (torna su  ⇑)  
  • Bassi, c’è scritto “sottovoce”, invece sembrava che steste cantando “Bella Ciao”.
  • Bach non l’ho conosciuto di persona ma Bepi De Marzi sì, quindi dovete fidarvi di quello che vi dico.
  • Bassi, è l’Hallelujah di Händel, non state cantando la ballata di Davy Crockett.
Canzone italiana   (torna su  ⇑)  
  • Tenete su quella nota, non dovete fare come Massimo Ranieri.
  • Bassi, avete fatto un suono grattoso, un po’ come Celentano.
  • Questo è forse il più bel passaggio che è stato scritto nella storia della musica e voi l’avete cantato come se fosse “Maledetta primavera” della Loretta Goggi.
  • Avete fatto una cromonota, come quella di “Elio e le storie tese”.
  • Perché gridate? Non l’hanno mica scritta Cochi e Renato questa roba qui.
  • Bassi, non dovete usare la tecnica di Amanda Lear.
  • Quella che avete cantato era una melodia della Raffaella Carrà; dovete invece pensare che il brano che stiamo preparando l’ha scritto Gioachino Rossini.
Cartoni animati, fiabe e libri per ragazzi   (torna su  ⇑)  
  • Tenete aperta quella bocca: non dovete chiuderla come la caverna di Ali Babà.
  • Soprani, non fate come la Maga Magò.
  • Dovete pensare questa parte come l’edizione critica del Gatto Silvestro.
  • Quella cosa lì sembrava l’inizio del Re Leone.
  • Dovete fare come la colombella che c’è sulla fontanella nel cartone animato di Biancaneve.
Cervello e mente   (torna su  ⇑)  
  • Dovete prendere lo scalpellino del cesellatore col vostro cervello e scolpire con delicatezza quella nota.
Chimica, fisica e materiali   (torna su  ⇑)  
  • Bassi, dovete cercare di stare a galla. Lo so che anche il sughero, quando ti attacchi, poi va a fondo, ma voi dovete farcela!
  • Non fermatevi, vi voglio modellare come la creta.
Cinema, radio e televisione   (torna su  ⇑)  
  • Non avete mai visto il film “Diritto di contare”? Quei poveretti andavano a finire su Saturno se sbagliavano i calcoli. Anche nella musica bisogna sapere contare – e cantare – bene.
  • Avete fatto morire questo canto: sembrava l’inno di natale della Famiglia Addams.
  • Qui ci vuole un “sussurrato” alla Fantozzi.
Circo, danza e teatro   (torna su  ⇑)  
  • Donne, dovete tenere su quel suono… se foste delle ballerine avreste tutte la tendinite.
  • Bassi, dovete fare come quegli equilibristi che passano da un grattacielo all’altro e guardano sempre davanti a sé.
Come pronunciare le parole   (torna su  ⇑)  
  • Quando dite “sui vaghi ruscelletti dei prati lombardi” dovete pronunciare quel “rusce” come quando parlate dei cioccolatini Rocher Ferrero.
Come interpretare un brano   (torna su  ⇑)  
  • Il senso di questo passaggio è un incedere verso la culla di Gesù, voi sembravate steste facendo il passo dell’oca.
  • Dovete svolazzare come una piuma che si posa e poi, sospinta dal vento, riprende il volo.
  • Quella è la parte strettissima della fuga, dovete andare alla garibaldina.
Corde vocali e gola   (torna su  ⇑)  
  • Voglio che con le corde vocali facciate un effetto geyser, così da produrre le giuste vibrazioni.
  • Deve suonarvi tutto quello che di rotondo avete in gola.
  • Per raggiungere quelle note alte dovete pensare: “Mi farò crescere la terza corda vocale”.
  • La gola dev’essere libera, come se vi faceste un massaggio shiatsu.
Corpo umano   (torna su  ⇑)  
  • Vi è stato donato un palato molle: non fate quel suono piatto come l’orizzonte del mare.
  • Contralti, la vostra parte è effettivamente un po’ bassa… se comincerà a spuntarvi qualche pelo sul petto, potete cominciare a preoccuparvi.
  • Fate bene attenzione: lì deve esserci il trionfo del velopendulo rilassato.
  • Con la punta della lingua non dovete spostare niente, dovete solo articolare bene.
  • Dovreste fare venire la pelle d’oca a chi vi ascolta e invece avete fatto cadere la pelle sotto ai piedi.
  • Cercate di smollacchiare bene tutta la mandibola.
  • Prima di quel passaggio lì dovreste fare un vacuum addominale.
  • Nella Petite Messe Solennelle di Rossini
  • Con quel “Chrrrrriste” dovete spostare la parrucca e i capelli di quelli davanti.
  • Quella era una “i” da labbro leporino.
  • Non passa aria nelle vostre vie respiratorie, dovreste ripulire un po’ le tubazioni.
Critiche e osservazioni   (torna su  ⇑)  
  • Sono capaci tutti di cantare male… voi non dovete essere di quelli!
  • Adesso facciamo in modo che diventi tutto bello, anche se cantano gli uomini.
  • Tenori, siete in quattro e quattro erano sbagliati.
  • Quando entrate in quell’Adoramus Te, sembra che abbiate appena preso una multa.
Dedicato ai bassi   (torna su  ⇑)  
  • Bassi, cercate di farmi quella nota lì… anche a pagamento… dopo vent’anni me la merito!
  • Bassi, qui ci vorrebbe una seduta di ossigenoterapia.
  • Bassi, tutte le chiacchiere che avete fatto fino adesso non ci sono sullo spartito.
  • Bassi, non dovete scannarvi le corde vocali.
  • Bassi, la vostra è stata un’esecuzione apocalittica: avete cantato come se non ci fosse più un canto dopo il vostro.
  • Bassi, non fate i pataffioni.
  • Bassi, sembrava che steste andando tutto bene mentre passeggiavate al tramonto sulla riva del mare, ma nella sabbia avete trovato un sassino.
  • Bassi, dimenticate la partenza che avete fatto… a volte i dispiaceri bisogna lasciarseli alle spalle.
  • Bassi, lo sento… è già stonato prima di partire.
Denti, dentiere e dentisti   (torna su  ⇑)  
  • Non stringete la bocca come se aveste dentro un dente che non volete far cadere.
  • Bassi, forse non avete messo la dentiera nel Coraga Tabs.
  • Non voglio più vedere posizioni da dentista: questo suono è dentro alla testa, non sulle labbra.
  • Soprani, il vostro suono l’avete pensato nei denti del giudizio.
  • Proprio dove dovreste mettere la pasta adesiva sulla dentiera, voi lasciate cadere tutto.
  • Bassi, se finalmente mi guardate vi regalo una seduta dal dentista.
  • Io avevo un parroco che si teneva la dentiera col mignolo, altrimenti la perdeva. Bassi, lo state riesumando nella mia memoria.
Discipline orientali   (torna su  ⇑)  
  • Adesso che avete raggiunto la conoscenza del terzo occhio, mettiamoci anche il quarto.
Fenomeni naturali   (torna su  ⇑)  
  • Forza bassi, è un suono che parte con i colori armonici dei campi al tramonto.
  • Lì è da fare come se ci fosse qualcuno che ha spostato la nota ma solo di una brezza di vento, così da lasciarla nel suo armonico.
Giochi e giocattoli   (torna su  ⇑)  
  • Dovete fare quel passaggio con la rapidità di un palloncino gonfiabile sfuggitovi dalle mani.
  • Dovete essere più precisi, questo pezzo è come il gioco del “Piccolo chirurgo” che quando si toccavano i bordi poi si metteva a suonare.
  • Dovete essere balbuzienti… come una bambola meccanica.
  • Così non va bene: sembrava che stavate facendo il Gratta e Vinci.
  • Cantate senza pudore, come i bambini che fanno la conta.
Guerra e pace   (torna su  ⇑)  
  • Mezzosoprani, sembrate un plotone d’assalto. Ascoltatemi prima di cantare.
  • Avete sbagliato l’ultima nota. Il killer si riconosce dall’ultimo sparo che fa, non dal primo.
Il dopo prova   (torna su  ⇑)  
  • Ida, tu non credi a quello che sto dicendo… lo vedo dal tuo sguardo trasversale che contempla già il cuscino.
  • Dovete fare meglio… cerchiamo di andare a letto con un pensiero che ci dia un po’ di speranza.
Il giusto suono   (torna su  ⇑)  
  • Non dovete mortificare il suono tenendolo in un angolo troppo piccolo.
  • Quello dev’essere un suono molto delicato, quasi ultraterreno.
  • Bassi, mi fate paura. Attenzione a non infrangere la barriera del suono.
  • Quel suono lì lasciatelo fare ai bambini dello Zecchino d’Oro.
  • Non castigate quel suono, dateci dentro!
  • Allungate quel suono: è in tutto il corpo, non solo nella bocca.
  • Niente sirene, qui dovete sfoderare la più bella dolcezza che avete nel cuore.
  • Dovete dare una profondità a quel suono metterlo in una dimensione diversa.
Il modo corretto di cantare   (torna su  ⇑)  
  • No! Se vi mettessi una noce in gola in questo momento, riuscireste ad aprirmela.
  • Per favore, cercate di non cantare in modo stitico.
  • Qui dovete pensare di fare come se doveste trattenere uno starnuto.
  • Quell’alleluia dev’essere un grido di gioia, il vostro invece sembrava un urlo di dolore.
  • Nel Canto della terra, dopo le parole “…se ne sono usciti”
  • Guardate che quelli non sono usciti dall’osteria.
  • C’è scritto “poco lento”. La vostra invece è stata un’esecuzione “molto molle”.
  • Lasciate andare dentro di voi un sorriso.
  • Non voglio che corriate, voglio che andiate, che è diverso: la musica è dinamica.
  • Quel passaggio necessiterebbe di una tecnica vocale che si chiama “trillo di gorgia”; non dovete però farlo con il collo, altrimenti vi fate venire l’ernia.
  • Voi cantate sempre in apnea, non so come riuscite a farlo.
  • Dovete divertirvi! Se vi viene fuori la pisciarola dalla paura, non riuscirete a combinare niente.
  • Per riuscire bene a cantare dovete innamorarvi del brano
  • Perché fate un canto così triste? Tiratelo su di morale!
  • Non cantate come se foste sott’acqua.
  • Quello è un accento improvviso: è come se tutto d’un colpo andaste a sbattere la testa contro un muro.
  • Dovete fare un suono più sontuoso, non stringerlo in un angolo.
  • Col vostro canto dovete raccontarmi, dovete dar vita alle parole.
  • Così non va: siete approdati sulle note lunghe e le avete fatte tutte sedere.
  • Dovete prendere quella nota lì! Come fare? Cavolacci vostri!
  • Quella è una nota corta, è come se vi si rompesse un singhiozzo in gola.
  • Fatevi venire un attimo di emozione per fare quella nota, non subitela amaramente.
  • Dovrebbe essere un “pianissimo attento”, il vostro era invece un “distratto soffocato”.
In attesa del proprio turno   (torna su  ⇑)  
  • Adesso proviamo con i tenori. Gli altri possono fare come sugli aerei di lunga tratta: sgranchitevi le gambe… basta che non vi addormentate.
In punta di voce   (torna su  ⇑)  
  • Dovete usarla leggermente la vostra voce, non dovete ruzzar via le pietre.
In terra di Capriasca   (torna su  ⇑)  
  • Quello non è il vento della Pampa, è un venticello che viene giù dai Denti della Vecchia.
Incoraggiamenti, apprezzamenti e incitamenti   (torna su  ⇑)  
  • Mi raccomando: non è vietato essere intonati.
  • Per favore, cercate di farla giusta… non ho più il cuore di una volta.
  • Mi state regalando grandi emozioni, contrastanti ma intense: siete in tre ma sbagliate in quattro.
  • Elide, non fare la crocerossina: i soprani devono arrangiarsi da soli.
  • Bassi, nel limite del possibile dovreste fare una cosa gradevole all’ascolto.
  • Forza, c’è un mondo interiore che dovete scoprire, sembra invece che non ne avete voglia.
Informatica e robotica   (torna su  ⇑)  
  • Non così: il vostro canto sembra quello di un robot programmato con l’intelligenza artificiale.
Inno alla gioia   (torna su  ⇑)  
  • È un canto pieno di gioia, non dovete eseguirlo come se fosse un funerale di terza classe.
L’importanza del fiato   (torna su  ⇑)  
  • Non dovete morire col fiato, dovete offrire un viatico alla nota successiva.
  • Tirate un bel fiato! Il vostro vicino deve morire perché gli avete rubato tutto l’ossigeno.
  • Tenori, dovete cercare il manometro del fiato.
  • Lì dovete prendere il fiato: sulla partitura fate un disegnino della maschera a gas con l’ossigeno.
  • Ricordatevi che è il fiato che tiene il timone.
L’uso delle vocali   (torna su  ⇑)  
  • Quella “a” era troppo stretta: non dovete appiccicare il naso ai vetri.
  • Quella “e” è a metà sorriso, in un punto dove non sta né davanti né indietro.
  • Il suono delle “i” va anatomicamente su verso le tonsille e non giù verso il piloro… è un peccato distruggere quello che la natura crea.
  • Quelle “o” devono essere belle rotonde. devono avere un luogo dove vivere.
  • Avete usato la “u” come una vocale-parcheggio e l’avete messa in fondo alla gola.
  • Quella “e” dovete immaginarla come un sorriso, voi invece l’avete massacrata.
  • Quella “i” è calante perché non rimane nella gugliata del fiato.
  • Non capisco perché non riuscite a dirmi le vocali come sono state codificate dall’Accademia della Crusca.
  • Mi raccomando: continenza! Non dovete farvi addosso quella vocale.
Leggende e folclore   (torna su  ⇑)  
  • Non così! In quel modo lì la potrebbe cantare Pecos Bill.
Letteratura   (torna su  ⇑)  
  • Quella è musica che richiede solennità, non è come recitare la Divina Commedia cadenzata dalle trombette di carnevale.
  • Dovete essere più lievi: comperatevi il libro di Calvino Lezioni americane, la prima lezione parla della leggerezza.
  • Dovete pensarla come una poesia del Leopardi, immaginarvi di essere la donzelletta che vien dalla campagna quando nel villaggio è giorno di sabato.
  • Avete fatto una nota alla Molière, sembrava quella del Malato Immaginario.
  • Siete entrati nella sabbie mobili della banalità e tirate giù tutto. Sembrava di essere nella “palude della tristezza” della Storia infinita.
  • Avete fatto una nota shakespeariana: tanto rumore per nulla.
  • Quel “propter” lì sembrava quello di Dante, quando facevano trombetta.
Lezione di guida   (torna su  ⇑)  
  • Quella “l” serve solo a fare il bilancino con la “o”.
Maestro o fisioterapista?   (torna su  ⇑)  
  • Dovete ammorbidirvi, se c’è bisogno vengo a farvi i massaggi al collo.
Maestro o psicologo?   (torna su  ⇑)  
  • Penso che la prossima volta proverò a ipnotizzarvi.
Magia e occultismo   (torna su  ⇑)  
  • C’è scritto “sottovoce”: dovete essere come un ectoplasma, fare come se foste dei fantasmini.
  • È un po’ arzigogolata quella cosa lì, deve averla fatta il mago Silvan.
Maglia e cucito   (torna su  ⇑)  
  • Dovete pensare di essere nelle Fiandre: la vostra esecuzione deve assomigliare ai merletti di Bruges, non alla cavalcata delle valchirie.
Medicina e salute   (torna su  ⇑)  
  • Chi è che ha il pace maker che continua a suonare?
  • Fuori tutto! Dovete fare come dall’otorino quando mostrate la gola.
  • Quello lì deve essere un sospiro di stupore, invece me lo cantate rigidi come se doveste affrontare una visita medica.
  • Quella sembrava la prova dell’alito al mattino.
  • I bassi avevano la pertosse: ho visto schizzi di sangue sul muro.
  • Non dovete irrigidire così i muscoli, altrimenti domani mattina vi svegliate con uno strano mal di testa.
  • Sembrate un elettrocardiogramma in fase di spegnimento.
  • Non cantate esangui, dovete mettercela tutta!
  • È stato un suono erpetico, da herpes sulla lingua. Dovete liberarvi, essere più liberi!
  • Fate qualcosa, vi prego, dovete togliere il grasso viscerale: nel vostro canto non c’è implicazione addominale.
  • Quella lì era una frase al limite del Ventolin.
  • Soprani, dovete fermarvi. Come se improvvisamente vi avesse colto la paralisi.
  • Adesso abbandoniamo questo pezzo, se no ci viene la pecolla.
  • Avete avuto un contrattempo… quando ce ne sono troppi bisogna andare in ospedale e mettere il defibrillatore.
  • Il vostro suono somiglia a un’ernia che scivola fuori.
  • Il vostro “ci” è un po’ troppo gastroenterico: forse ci vorrebbe una visita dal foniatra.
  • Dovete fare una micro operazione chirurgica, non sedervi sopra al bisturi.
Mestieri e mondo del lavoro   (torna su  ⇑)  
  • Tenori, sembrate dei passacarte.
  • Dovete tenerla lunga quella frase, lunga come un capannone industriale.
  • Tenori, dovete cantare decisi, come se foste dei ragionieri.
Meteorologia   (torna su  ⇑)  
  • Quell’accento lì dovete pensarlo come un’allerta meteo.
Mezzi di trasporto e vie di comunicazione   (torna su  ⇑)  
  • Quel “ne” era ibrido. Oggi vanno di moda le automobili ibride, ma con le note non dev’essere la stessa cosa.
  • Dovete fare come quando schiacciate l’acceleratore dell’auto delicatamente; il vostro acceleratore è il fiato.
  • Lì avete usato un motore Tesla: andavate a scatti.
  • Nell’Hallelujah di Händel
  • Quel “for” non deve essere così, altrimenti forate la gomma.
  • Ricordate che le note lunghe non sono un parcheggio, sono piuttosto un ponte.
  • Lì è stato come quando il treno in corsa frena di colpo: vi siete caduti tutti addosso.
Mitologia   (torna su  ⇑)  
  • Curate quella nota come se fosse l’ambrosia del canto.
Nel mondo della classica e della lirica   (torna su  ⇑)  
  • Coraggio, sono solo quattro note, mica è la tetralogia di Wagner.
  • Non dovete fare come la liquescenza del canto gregoriano.
  • Già devo dare il bromuro all’orchestra per farla andare, non posso portare il tritolo per far partire anche voi… non sono mica Von Karajan.
  • Ricordatevi che questo è un brano scritto da Giuseppe Verdi… quello che avete fatto voi sembrava una mazurka.
  • Non esagerate, non è il finale dell’Otello di Shakespeare.
  • Questo è un semipalestriniano-rossiniano-gregoriano.
  • Dovete fare come la Rosina del Barbiere di Siviglia, non come se vi doveste togliere un pelino che si è incarnito.
  • Soprani, anche se vi viene voglia di fare la Callas, ricordatevi che non siete in grado.
  • È sempre di grana grossa, però pian pianino ci stiamo assottigliando… andremo a finire come Falstaff.
Nell’anno del centenario   (torna su  ⇑)  
  • Forse questa musica se la ricorderanno quelli che sono qui da tanto tempo… dall’inizio… da cent’anni…
  • Cerchiamo di partire almeno in questo centenario… non dovete aspettare il prossimo!
Neologismi   (torna su  ⇑)  
  • Quello lì era un gonfiotto da chirurgo estetico.
Non c’è via di scampo   (torna su  ⇑)  
  • La sfida è questa: chi non ci arriva e non ce la fa, deve arrivarci e farcela.
Non solo Bassi   (torna su  ⇑)  
  • Tenori, dovete dare di più. Non siete ancora a casa a bere la tisana.
  • Contralti, provate tutta l’ebbrezza testosteronica!
  • Tenori, abbiate il coraggio delle vostre azioni!
  • Non è bello il suono dei soprani, sembra un miagolio.
  • Quella della Elide è stata una risata filosofica.
  • Non così, contralti! Avete fatto la faccia di mia suocera.
  • Soprani, lì ci vuole più leggiadria.
  • Tenori, manca un pochino la luce… dovete cambiare le batterie, prendete l’Electrolux.
  • Contralti, tiratela fuori quella voce, che poi quando chiacchierate non vi manca mai.
  • Graziella, lascia stare la Ruth: arriva smorta a prova e se ne riparte viola.
  • Tenori, fermatevi un secondo che valutiamo i danni.
Non tutte le ciambelle riescono col buco   (torna su  ⇑)  
  • Per favore, non voglio buchi nella maglia armonica, prima ho sentito anche una voragine.
Nota Bene   (torna su  ⇑)  
  • Tenere quella nota lontana dalla mandibola e cercatele un posto dove possa brillare di vita propria.
  • Questa nota dovete curarla come se fosse l’essenza della vostra vita.
  • Quello era un la bemolle, non un la… mento
  • Mi raccomando, anche quella nota ha un posto dove vivere.
  • Bassi, quella era una nota laringitica.
  • Non ho capito la nota… forse è scappata di casa.
  • Quella non era una nota acuta, quanto piuttosto un ululato.
  • È un mi bemolle ma deve essere lui, non un facsimile.
  • Contralti, non ho capito bene la vostra nota… sembrava un semi-ruttino.
  • Quella nota è corta, ha le gambe corte… come le bugie.
  • La nota è sempre in movimento, non è che parte da un punto e poi muore.
  • Così non va: sento uno strano serpeggiare di note.
  • Dovete tenere dritta la rotta, il vostro universo si polarizza troppo su quella nota.
  • Curate questa nota come se fosse vostro nipote prediletto.
Occhio alle orecchie   (torna su  ⇑)  
  • Andate avanti con la bocca chiusa, se vi scoppiano le orecchie non fa niente.
  • Qui non ci vuole l’orecchio assoluto, basta quello relativo.
  • Non si capiva dove stavate andando: era come se aveste camminato con gli occhi strabici.
Oggetti e situazioni della vita quotidiana   (torna su  ⇑)  
  • Bisogna fare meglio: sotto quella nota dovete mettere un puntello.
  • Non dovete creare un effetto conchiglia, come se vi foste avvolti in una copertina di lana.
  • Bassi, lì sento un gran movimento, come quello della lavatrice che fa girare i panni.
  • Come fate a fare una “i” così? È come graffiare la lavagna con un’unghia.
  • C’è troppo sssccccc…, non dovete mica fare la friggitrice.
  • Dovete essere più leggeri e cercare di veleggiare in aria come delle bolle di sapone.
  • Non c’è stabilità: sembravate un tappo di sughero che galleggia sull’acqua.
  • Bassi, per prendere quella nota lì sembrava che avete usato la scala a pioli.
  • Lì ci vuole un suono limpido, come quello dei bicchieri di cristallo quando si fa il brindisi.
  • Quel brano non va preso col pennellone, ma con la punta 0,2.
  • Dopo quel passaggio dovete asciugarvi come se usaste la carta assorbente.
  • Bassi, non schiacciate la sigaretta sotto ai piedi.
  • Non siate così maldestri nell’adoperare le note, tenetele come se aveste in mano un cristallo di Boemia.
  • Bassi, quel “Chri” sembrava uscito dalla caffettiera Girmi.
  • È come se vi foste seduti sulla candelina della torta, invece dovevate soffiare leggermente per spegnerla.
Ogni tanto qualche complimento   (torna su  ⇑)  
  • Bravi bassi! Lo dico per la prima volta in vita vostra. (Battuta del 21.10.2014)
Paesi e città   (torna su  ⇑)  
  • Bassi, vi mando a Orgosolo; neanche i tenori sardi cantano come voi.
  • Tenetevi belli pronti: non dovete scoprire l’America all’ultimo minuto.
  • Tenete bella larga quella “o”, non deve essere come i parcheggi di Como che sono sempre strettissimi.
  • Non dovete cristallizzare come se foste in Nuova Guinea.
Partitura   (torna su  ⇑)  
  • Quel GP non sta per Gran Premio, ma per Grande Pausa.
Personaggi famosi   (torna su  ⇑)  
  • Non potete cantare così: è come se Carla Fracci d’improvviso avesse perso le scarpe.
  • Bassi, vi ho smascherato… vi ho preso come hanno fatto col Tommaso Buscetta.
Popoli e culture   (torna su  ⇑)  
  • È un canto libero che nasce dall’anima: dovete fare come i tibetani che cantano con la concentrazione spirituale.
  • Contralti, non fate le mammelucche.
  • Voglio una cosa morbida, non fatela diventare l’inno norvegese.
  • Dev’essere un suono più napoletano: stendetevi per terra e supplicate.
  • Soprani, quella nota riesco a prenderla anch’io… e non sono diventato improvvisamente un eunuco.
  • Fate qualcosa di leggiadro, come se foste le Figlie dei fiori.
Prove di resurrezione   (torna su  ⇑)  
  • Ci vuole un guizzo, come se doveste saltar fuori dalla tomba.
Psicologia e psichiatria   (torna su  ⇑)  
  • Adesso vi dirò una cosa che avrà un effetto migliore che non dieci sedute di psicanalisi.
  • Soprani, dovete combattere la vostra pigrizia psicologica.
Pubblicità   (torna su  ⇑)  
  • Quel tema l’hanno trascritto tutti, c’era anche nella pubblicità della pasta Barilla.
  • Guardate che non siamo al Carosello. Sembrava steste facendo la pubblicità per l’olio Bertolli.
  • Non così! In quel modo lo faceva Susanna Tuttapanna.
Religiosità   (torna su  ⇑)  
  • Quel passaggio è l’apice del sentimento cristiano di vicinanza a Dio, non potete farlo tutto schiacciato.
  • Quando prendete la nota è come quando c’è l’esposizione del Santissimo Sacramento: ci vuole assoluto silenzio.
  • Più stretto di così non c’è neanche la cruna dell’ago per entrare in paradiso.
  • Ho sentito odore di zolfo… deve averci messo la zampa il diavoletto.
  • Non ho sentito un bel niente. Non sarà lo Spirito Santo a cantare questo pezzo, neanche se lo invochiamo.
  • Avete finalmente capito? Il primo che sbaglia adesso lo mando a Lourdes.
  • Nel Gloria della Petite Messe Solennelle di Rossini
  • È una cosa divina, beata, delicata che succede sopra al capo di Gesù, non è un guazzabuglio.
  • Quello che dovete interpretare è il fuocherello dello Spirito Santo, non è candeggina!
  • Tenori, mi raccomando: tra di voi non dev’esserci Giuda!
  • Bassi, state correndo come se aveste il diavolo alle calcagna.
Santi e patroni   (torna su  ⇑)  
  • Bassi, qui ci vuole lo “stupor mundi”: pensate che appare davanti a voi san Giovanni Bosco.
  • (N.B. Commento sottovoce di Elide: forse più che il san Giovanni Bosco dovrebbe apparirgli una bella donna)
  • San Francesco, aiutaci! Dovrebbe essere una beatitudine e invece sembra un disturbo gastrico.
  • Dovete lasciarvi andare, come nell’estasi di santa Teresa.
Scienza e tecnologia   (torna su  ⇑)  
  • Fate più attenzione: la musica ha delle leggi matematiche, non delle leggi emotive.
Sport e giochi   (torna su  ⇑)  
  • Avete fatto troppo: non dovete buttare la palla in mezzo al pubblico che sta dietro alla porta.
  • Bassi, sembravate alla corsa dei sacchi.
  • Le olimpiadi non sono lontane. Se volete andare a Parigi dovete migliorare di un bel po’.
  • Non dovete correre, tanto non vi daranno una coccarda d’oro.
  • Bassi, ci vuole l’abilità del funambolo che si lancia col primo passo e poi viaggia dritto senza cadere.
  • In questa fuga è come nelle staffette: il momento più difficile è quando si passa il testimone.
Storia   (torna su  ⇑)  
  • Vi siete dimenticati anche questa volta quello che dico da un pezzo… avevo cominciato nel Pleistocene.
Strumenti musicali   (torna su  ⇑)  
  • Bassi, siete passati dal violoncello all’armonica a bocca.
  • Bassi, non siete della cornamuse. La nota non deve avere un percorso, deve star ferma lì e basta.
Un maestro impietoso   (torna su  ⇑)  
  • Dovrei farvi ripartire, ma siete stanchissimi, sarei un criminale se lo facessi… ecco, rifacciamo!
Un maestro sull’orlo della crisi di nervi   (torna su  ⇑)  
  • No! Vi uccido tutti all’istante! Poi andrò in galera contento.
Un maestro minaccioso   (torna su  ⇑)  
  • Adesso quello che sbaglia andrò a visitarlo nei suoi sogni notturni.
Un tocco d’ironia.   (torna su  ⇑)  
  • Forza, non è così grave… sono solo cinque o sei le note che sono mancate all’appuntamento…
Vecchio e nuovo testamento   (torna su  ⇑)  
  • Aprite il suono, lasciatelo correre, come quando Gesù ha detto al sordomuto “Effatà!”, cioè “Apriti”.
  • Dovete scolpire quelle note come Dio ha fatto le tavole della Legge di Mosé.

E per terminare, visto che siamo in tempi di Intelligenza Artificiale, Graziella ha messo nel calderone dell’IA qualche battuta chiedendo di trasformarla in poesia. C’è poi stato un aggiustamento, perché l’IA non è il Manzoni, anzi, ma ecco il risultato.

Poesia dedicata ai Bassi   (torna su  ⇑)  

  Oh bassi profondi, pilastri del coro
  Sistina non siete, ma date decoro.
  Sul nostro pianeta dovreste atterrare,
  lasciate i pensieri, provate a cantare.
  
  Più volte, è vero, non siete intonati,
  e anche stasera vi vedo assonnati.
  Ma giù dalla rupe, se serve, vi butto,
  tenete la nota, non fate quel rutto.
  
  Mettete via dubbi, problemi ed affanni,
  se però tacete non farete danni.
  Quelle son note, ma non le sentite?
  Le ha scritte Rossini, e voi le tradite!
  
  E quella nota, da voi assassinata…
  delitto perfetto, una bella frittata.
  Bassi, vi prego, ritrovate il tempo,
  il coro vi attende con gran sentimento!

Maurizio
linea rossa
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